Eloisa Coiro, studiosa e campionessa

16 Novembre 2017

Una piccola finestra sul mondo di questa giovane ragazza, portabandiera del nostro Comitato, che chiude una stagione da incorniciare.

Una stagione caratterizzata dalle grandi affermazioni personali, salendo alla ribalta come una delle migliori giovani promesse dell'atletica italiana. Eloisa Coiro, classe’00, secondo anno allieva, ha dominato le liste nazionali degli 800 metri correndo in uno straordinario 2:04.63. Una ragazza divisa tra dedizione allo studio e la passione per l'atletica, capace di nascondere grande saggezza ed umiltà dietro a una risata. Ecco cosa ci racconta in questa intervista.

 

Oltre all’atletica cosa c’è nella tua vita quotidiana?

Vado ad una scuola francese, la Chateaubriand, che mi prende quasi tutta la giornata: finisco alle 17:30, 18 al campo (stadio Paolo Rosi n.d.r.), casa, doccia, mangio e studio, quindi diciamo che non c’è molto spazio per gli hobby ma mi piace correre e studiare quindi è tutto qua!

 Sappiamo che per te l’atletica è un mondo relativamente nuovo. Come l’hai scoperta? Eri già una sportiva prima che ti prendesse così tanto la pista?

 Quando ero più piccola ho praticato nuoto e tennis. Una volta però, a scuola, il mio professore di attività motorie mi disse che correvo bene e che secondo lui ero portata per questa disciplina e mi consigliò quindi l’atletica. Mia sorella già si allenava con Emilio De Bonis, il mio attuale allenatore, quindi era un ambiente già familiare. Cominciai così con l’atletica tre anni fa, sporadicamente, venendo una volta al mese…non è che le dessi molta importanza (ride). Col tempo sono cominciati ad arrivare i risultati: per primo il minimo per i campionati italiani da cadetta sui 300m hs, da lì il piacere è diventata passione grazie anche a ciò che mi ha sempre trasmesso Emilio ed io ho cominciata a prenderla più sul serio.

 Quindi è scontato chiederti quanto sia importante l’atletica nella tua vita?

 Beh, lo è tanto. Se non mi alleno non riesco a studiare né a fare altro. Paradossalmente avendo più tempo non mi riuscirei a concentrare come dovrei. Praticamente studio e atletica vanno di pari passo, se non faccio bene l’uno non posso sperare che vada bene l’altro.

 Questa è stata per te una stagione fantastica. Hai raggiunto gli obiettivi stagionali prefissati con il tuo allenatore?

 Decisamente sì. L’obiettivo all’inizio dell’anno erano i mondiali allievi, a cui però non abbiamo partecipato. Poi tra gli under 20, sugli 800m, non ci sono molte atlete oltre Marta Zenoni che scendono sotto i 2’05 quindi anche questo è stato motivo di soddisfazione. Ovviamente Emilio mi ha sempre fatto provare tutto ma in maniera graduale, prima di fare gli 800m quest’anno sono partita con i 400m indoor in cui sono andata più forte di quanto pensassi arrivando sul podio (con il miglior tempo in batteria n.d.r.). Come ultimo focus avevamo gli Europei di Grosseto U20 e anche questo è stato raggiunto in modo più che soddisfacente.

 La più grande soddisfazione che ti ha regalato l’atletica fino ad ora qual è?

 Ricordo che l’anno scorso ero arrivata seconda ai campionati italiani indoor e outdoor quindi proprio non mi aspettavo la convocazione per Tbilisi, sede degli europei allievi nel 2016, e non ero neanche tra le prime 16 in Europa. Quindi immaginate quanto possa essere stata forte per me l’emozione quando ho saputo che avrei fatto parte della nazionale.Importantissimo fu anche il campionato italiano indoor del 2016. Venivo dai campionati italiani cadetti di Sulmona, un’edizione non felicissima dove scoprii di essere anemica, notizia non facile da metabolizzare per un corridore. Ricordo benissimo che quando vidi le prime 8 ragazze farsi premiare dissi al mio allenatore “ti prometto che al prossimo campionato italiano andrò anch’io sul podio”. Mi presentai quindi al palazzetto indoor di Ancona agguerrita e cominciai a macinare personali, batteria su batteria, fino alla finale dove riuscii pure a prendermi la soddisfazione di salire sul podio per la prima volta, un argento per me molto importante.

 Passiamo dal ricordo più emozionante al più divertente vissuto sul campo.

 Guarda qui tutti i giorni è un divertimento grazie ai miei compagni, non passerei tutte queste ore sul campo se così non fosse. Nonostante sia uno sport individuale, in allenamento è sempre uno sport di gruppo, una squadra con cui condividi tutto, dai sorrisi alle sofferenze. Poi ovviamente dietro al divertimento c'è anche serietà e duro lavoro senza il quale non possiamo pensare di correre sempre più forte.

 Hai nominato spesso il tuo allenatore, Emilio De Bonis, immaginiamo che sia una figura fondamentale nella tua formazione come persona e atleta. Quindi, secondo le tue esperienze, quanto credi sia importante il rapporto tra l’atleta e l’allenatore?

 L’atletica è uno sport in cui non puoi evolvere da solo, tu costruisci degli obiettivi insieme al tuo allenatore, la gara la fai tu ovviamente, ma lui ti mette nella migliore condizione fisica e psicologica per affrontare le tue sfide. Il rapporto che si forma quindi va ben oltre la prestazione, è qualcosa che si basa sulla fiducia, sempre. Che poi …(“Eloisa basta parlare, che Lorenzo deve andare via” interviene Emilio De Bonis)… poi lasciamo stare il fatto che Emilio sia insopportabile eh! (ride).

 Se nell’atletica potessi scegliere un’altra disciplina oltre alla corsa quale ti piacerebbe praticare?

 A me è sempre piaciuto correre ma devo dire che è fantastico vedere il salto in alto in tutta la sua eleganza e anche la velocità, a mio parere il simbolo dell’atletica racchiuso in quei pochi secondi. Peccato io non sia affatto portata per quella branca esclusiva.

 Ora focalizziamoci un po’ sulle discipline a te più care: 400m e 800m. Descrivici le caratteristiche necessarie per correre queste distanze.

L’800m non si limita esclusivamente alla capacità che hai nelle gambe, devi saperlo correre. Devi capire che la gara può prendere un’infinità di pieghe diverse e tu non puoi prevederla. E’ fondamentale che tu sia bene attento e concentrato per tutta la durata della corsa e anche poco prima della partenza, quando mi viene in mente un vero atleta è così che lo immagino. Sui 100m se sei il più forte vinci, negli 800m no, ci sono così tante variabili che non puoi prevedere, una spinta, un cambio di ritmo dell’avversario, lì l’atleta deve essere sì forte ma anche scaltro. E’ la combinazione perfetta tra corpo e mente. I 400m poi devi imparare a correrli, che oltre ad avere delle gambe veloci serve la testa, è lì il segreto perché quando arrivi a fare l’ultimo rettilineo…eh, lì so cavoli!

Per chiudere dicci del tuo sogno nel cassetto.

Non ho un sogno preciso, preferisco andare obiettivo per obiettivo, un passo alla volta. Poi come succede nell’atletica ti possono capitare molte cose diverse che cambiano i tuoi piani, così quando ti capita un’opportunità a te utile devi essere bravo a coglierla. Quindi per ora mi concentro sulla prossima stagione, poi sulla prossima e poi su quella dopo ancora.

 

a cura di Lorenzo Minnozzi

 


Eloisa Coiro


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